domenica 7 luglio 2013

Nymphôn

Una delle patriche sacramentali di alcune comunità gnostiche, di origine alessandrina, era il Nymphôn.
Attraverso questa pratica teurgica, attraverso l'anima dell'adepto gnostico veniva "sposata" nella camera nuziale celeste con un eone del Pleroma. In questo modo essa veniva guidata e condotta nel superamento delle insidie degli Arconti, e liberata quindi dal loro potere esercitato tramite i sensi del corpo. Possiamo sicuramente immaginare che tale pratica avvenisse all'interno di una complessa cerimonia simbolica e rituale, e fosse riservata a quei discepoli avanzati nei segreti della gnosi. 

Possiamo dedurre come questa pratica trovi eco nel Vangelo di Filippo, e presupponga la necessità evidente di come l'anima gnostica debba unirsi allo Spirito o Pneuma, onde non solo essere definitivamente rettificata e quindi redenta, ma anche ottenere la possibilità di superare le barriere celesti presiedute dagli arconti. 
Tale pratica era accompagnata, congruamente ai riti misterici egizi, alla pronuncia di nomi divini ed eonici, ovviamente riferentesi non alle gerarchie demiurgiche, ma a quelle del Pleroma.

 

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